Recensione: “L’uomo che piantava gli alberi”

Un modo originale di trascorrere la vita, un passatempo diverso dal solito, un’abitudine troppo forte che solo la morte può fermare. E’ questa la scelta di Elzeard Bouffier, pastore solitario che, dopo la morte della moglie e del figlio trascorre le sue giornate piantando alberi in una zona desolata, trasformandola così in foresta. Una nuova rinascita per lui, poichè è riuscito a trovare una nuova ragione di vita, dopo gli spiacevoli eventi, per l’ambiente che cambiò radicalmente e per gli abitanti dei paesi vicini, orgogliosi della loro nuova foresta, vicina di casa!

L’autore Jean Giono ha potuto osservare con i propri occhi questa scena e rimasto fortemente colpito non ha potuto non scrivere un libro per raccontare a tanta altra gente l’impresa di un semplice contadino: ha creato tante altre vite partendo semplicemente da un seme. Ormai era diventato un automatismo per il pastore, non aveva limiti, tanto che andò avanti per chilometri e chilometri fermandosi solo la notte, fino a quando un giorno giunse la sua fine. L’artefice della foresta morì, ma lasciò un grande segno nel mondo, passando il testimone a tante altre vite.